di Paolo Deotto
Oggi, 22 maggio, Santa Rita da Cascia, ricorre
l’anniversario dell’approvazione della legge con cui l’Italia decise di vendere
l’anima al diavolo. Legge 22 maggio 1978 num. 194: ormai è come il titolo del
peggior libro dell’orrore mai scritto nel nostro Paese.
22 maggio 1978. La legge proclama che la madre ha il diritto
di uccidere il figlio che porta in sé. Una legge sciagurata, voluta da
sciagurati inebriati da pensieri di morte e approvata da politici pusillanimi,
che anteposero la stabilità delle loro poltrone governative alla difesa della
vita.
Da allora, e non sono numeri nostri, ma dati del Ministero
della Salute, oltre 5 milioni di bimbi sono stati soppressi. Una strage
spaventosa della quale non sta bene parlare. Già disse uno dei più grandi
criminali del XX secolo, Stalin, che uccidere un uomo è omicidio, ucciderne
milioni è scrivere la Storia. È più difficile fare il conto delle coscienze
uccise, perché naturalmente diverse donne hanno abortito più volte nel corso
degli anni. La legge 194 ha anche corrotto un’intera Nazione, perché
inevitabilmente la mentalità popolare considera “giusto” ciò che è solo
“legittimo”.
Legge 22 maggio 1978 num. 194: il trionfo del più aberrante
egoismo, quello che arriva alla soppressione di chi può dar fastidio, essere di
troppo. Madre Teresa di Calcutta disse, con la sua consueta chiarezza: “Se una
madre può uccidere il proprio figlio, allora non c’è nulla che possa impedire a
me di uccidere te, o a te di uccidere me”. È un caso che la nostra Società sia
sempre più intrisa di violenza? È ridicolo pensare di rimediare a questa
violenza con strane liturgie pagane, fatte di fiaccolate, magliette con scritte
varie (“io non ho paura”, “no alla mafia”, e così via), treni, navi, pullman
della “legalità”. E la Giustizia, dov’è andata?
Oggi i difensori della sciagurata legge si dolgono del fatto
che il Servizio Sanitario non è in grado di assicurare in tutti gli ospedali il
“servizio”, perché il numero dei medici obiettori è via via aumentato negli
anni. Né questi medici sono tutti cattolici. Sono medici che hanno ancora una
coscienza che funziona e un cervello che ragiona, che si ricordano del fatto
che il loro divinum opus è salvare la
vita, non sopprimerla.
La prossima offensiva degli amici della morte sarà proprio
in questa direzione: restringere, fino ad annullarlo, il diritto all’obiezione.
Tutti boia, tutti disponibili all’aborto libero e gratuito. Il delirio di morte
non si ferma.
Non si ferma nemmeno, e ringraziamo il Signore, il lavoro
quotidiano di migliaia e migliaia di persone, uomini e donne che hanno aiutato
e aiutano tante donne in difficoltà e che hanno salvato un gran numero di vite.
Non si ferma nemmeno il grande risveglio che sta avvenendo nel Paese e che ha
consentito eventi eccezionali come la Marcia per la Vita.
22 maggio 2013. A trentacinque anni dalla nascita dell’infame
legge di morte, preghiamo la Madonna, perché illumini i cuori di chi si è perso
e continui a dare la forza necessaria a quanti si oppongono al dilagare della
barbarie.
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