mercoledì 22 maggio 2013

22 Maggio 1978 - 22 Maggio 2013. Legge 194, Trentacinque anni di crimine legalizzato

di Paolo Deotto

Oggi, 22 maggio, Santa Rita da Cascia, ricorre l’anniversario dell’approvazione della legge con cui l’Italia decise di vendere l’anima al diavolo. Legge 22 maggio 1978 num. 194: ormai è come il titolo del peggior libro dell’orrore mai scritto nel nostro Paese.
22 maggio 1978. La legge proclama che la madre ha il diritto di uccidere il figlio che porta in sé. Una legge sciagurata, voluta da sciagurati inebriati da pensieri di morte e approvata da politici pusillanimi, che anteposero la stabilità delle loro poltrone governative alla difesa della vita.

Da allora, e non sono numeri nostri, ma dati del Ministero della Salute, oltre 5 milioni di bimbi sono stati soppressi. Una strage spaventosa della quale non sta bene parlare. Già disse uno dei più grandi criminali del XX secolo, Stalin, che uccidere un uomo è omicidio, ucciderne milioni è scrivere la Storia. È più difficile fare il conto delle coscienze uccise, perché naturalmente diverse donne hanno abortito più volte nel corso degli anni. La legge 194 ha anche corrotto un’intera Nazione, perché inevitabilmente la mentalità popolare considera “giusto” ciò che è solo “legittimo”.

Legge 22 maggio 1978 num. 194: il trionfo del più aberrante egoismo, quello che arriva alla soppressione di chi può dar fastidio, essere di troppo. Madre Teresa di Calcutta disse, con la sua consueta chiarezza: “Se una madre può uccidere il proprio figlio, allora non c’è nulla che possa impedire a me di uccidere te, o a te di uccidere me”. È un caso che la nostra Società sia sempre più intrisa di violenza? È ridicolo pensare di rimediare a questa violenza con strane liturgie pagane, fatte di fiaccolate, magliette con scritte varie (“io non ho paura”, “no alla mafia”, e così via), treni, navi, pullman della “legalità”. E la Giustizia, dov’è andata?
Oggi i difensori della sciagurata legge si dolgono del fatto che il Servizio Sanitario non è in grado di assicurare in tutti gli ospedali il “servizio”, perché il numero dei medici obiettori è via via aumentato negli anni. Né questi medici sono tutti cattolici. Sono medici che hanno ancora una coscienza che funziona e un cervello che ragiona, che si ricordano del fatto che il loro divinum opus è salvare la vita, non sopprimerla.

La prossima offensiva degli amici della morte sarà proprio in questa direzione: restringere, fino ad annullarlo, il diritto all’obiezione. Tutti boia, tutti disponibili all’aborto libero e gratuito. Il delirio di morte non si ferma.

Non si ferma nemmeno, e ringraziamo il Signore, il lavoro quotidiano di migliaia e migliaia di persone, uomini e donne che hanno aiutato e aiutano tante donne in difficoltà e che hanno salvato un gran numero di vite. Non si ferma nemmeno il grande risveglio che sta avvenendo nel Paese e che ha consentito eventi eccezionali come la Marcia per la Vita.
22 maggio 2013. A trentacinque anni dalla nascita dell’infame legge di morte, preghiamo la Madonna, perché illumini i cuori di chi si è perso e continui a dare la forza necessaria a quanti si oppongono al dilagare della barbarie.


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