di Giuseppe Brienza
A Londra un militare di Sua Maestà è assassinato per la sua
militanza in difesa dell’identità britannica e contro l’islamizzazione del
Regno Unito e, nelle stesse ore, i deputati della Camera dei Comuni votano a
favore del progetto di legge per legalizzare il matrimonio fra omosessuali. La
sera del 21 maggio il testo promosso da Cameron destinato a compromettere la
base della monarchia britannica che, secondo la concezione tradizionale, è
fondata su quella istituzione primordiale che è la famiglia, ha così superato,
in terza lettura ai Comuni, la parte principale dell’iter parlamentare. Nei
prossimi giorni passerà al vaglio della Camera dei Lord, nonostante in aula la discussione
sia stata davvero «[…] infuocata, tanto
che a un certo punto si era arrivati vicino ad affossare il provvedimento, con
alcuni conservatori che proponevano un emendamento giudicato “distruttivo” da
parte dei più critici» (Sì dei deputati britannici alle nozze fra
omosessuali. Il testo della legge
passa alla Camera dei Lord, in L’Osservatore
Romano, 23 maggio 2013, p. 2).
A sole poche ore e pochi kilometri da questo bello
spettacolo dei deputati britannici, una donna “salva” però l’onore di questa
grande Patria, sfidando a viso aperto i due Jihadisti
accusati di aver ucciso a coltellate a Londra il soldato di Sua Maestà. Ingrid
Loyau-Kennett, 48 anni, che è una convinta “capo scout” ha dichiarato al Daily Telegraph di essere intervenuta
perché pensava che fosse meglio che «le
armi fossero puntate su una sola persona» (Omicidio
Londra, la donna che ha sfidato gli attentatori, in la Repubblica.it, 23 maggio 2013).
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