lunedì 27 maggio 2013

“Martiri” sulle strade mentre i Comuni pensano al matrimonio omosessuale

di Giuseppe Brienza

A Londra un militare di Sua Maestà è assassinato per la sua militanza in difesa dell’identità britannica e contro l’islamizzazione del Regno Unito e, nelle stesse ore, i deputati della Camera dei Comuni votano a favore del progetto di legge per legalizzare il matrimonio fra omosessuali. La sera del 21 maggio il testo promosso da Cameron destinato a compromettere la base della monarchia britannica che, secondo la concezione tradizionale, è fondata su quella istituzione primordiale che è la famiglia, ha così superato, in terza lettura ai Comuni, la parte principale dell’iter parlamentare. Nei prossimi giorni passerà al vaglio della Camera dei Lord, nonostante in aula la discussione sia stata davvero «[…] infuocata, tanto che a un certo punto si era arrivati vicino ad affossare il provvedimento, con alcuni conservatori che proponevano un emendamento giudicato “distruttivo” da parte dei più critici» (Sì dei deputati britannici alle nozze fra omosessuali. Il testo della legge passa alla Camera dei Lord, in L’Osservatore Romano, 23 maggio 2013, p. 2).

A sole poche ore e pochi kilometri da questo bello spettacolo dei deputati britannici, una donna “salva” però l’onore di questa grande Patria, sfidando a viso aperto i due Jihadisti accusati di aver ucciso a coltellate a Londra il soldato di Sua Maestà. Ingrid Loyau-Kennett, 48 anni, che è una convinta “capo scout” ha dichiarato al Daily Telegraph di essere intervenuta perché pensava che fosse meglio che «le armi fossero puntate su una sola persona» (Omicidio Londra, la donna che ha sfidato gli attentatori, in la Repubblica.it, 23 maggio 2013).


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