venerdì 10 maggio 2013

Ci impongono di dimostrare l’evidenza


di Silvio Brachetta

È molto acuto il parlamentare europeo Luca Volontè che, in una lettera indirizzata al movimento francese per la difesa della famiglia naturale (Manif pour tous), cita lo scrittore britannico Gilbert Keith Chesterton (1874-1936): «Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto […]». L’on. Volontè scrive a proposito delle critiche al riconoscimento del matrimonio omosessuale, approvato in via definitiva dal governo socialista francese, da parte di ampi settori del popolo di Francia (cattolici e non cattolici).
In passato la persecuzione aveva una radice puramente etica o religiosa e il malgoverno vessava il prossimo per il trionfo del vizio sulla virtù: tu hai una mandria e io te la rubo, tu non sacrifichi a Cesare e io ti ammazzo, tu hai un podere e io ti massacro di tasse e gabelle.
Oggi la vessazione del perseguitante sul perseguitato si arricchisce di un elemento insolito e specifico dei regimi a fondazione ideologica: il perseguitato deve dimostrare dinnanzi all’opinione pubblica di essere moralmente dalla parte della ragione. Deve cioè dimostrare, come dice Chesterton, che «due più due fa quattro» e che «le foglie sono verdi in estate».
Io, Stato, t’impongo di pagare le tasse per la metà dei tuoi guadagni. Oltre al danno che ti faccio, dimostrami che sbaglio. E via a dimostrare l’ovvio e cioè che l’imposta al 50% non si chiama tassazione ma usura. Io, Stato, liberalizzo l’aborto e il divorzio. Oltre al danno che ti faccio, dimostrami che sbaglio. E via a dimostrare che la società occidentale sta svanendo per infertilità fisica e razionale. Io, Stato, cambio il significato delle parole e ridefinisco il matrimonio per legge. Qui, però, la dimostrazione è più semplice, perché non siamo più nell’ambito etico, ma nella logica elementare.
Insomma, credo non sbagli l’on. Luca Volontè a scrivere che «siamo di fronte alla barbarie». E, anzi, specifica che «questa barbarie moderna» - ovvero il «progresso» - è «semplicemente un ritorno ai giorni più oscuri e decadenti dell’intera storia».

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