di Silvio Brachetta
È molto acuto il parlamentare europeo Luca Volontè che, in
una lettera
indirizzata al movimento francese per la difesa della famiglia naturale (Manif pour tous), cita lo scrittore
britannico Gilbert Keith Chesterton (1874-1936):
«Fuochi verranno attizzati per testimoniare che
due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie
sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili
virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più
incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto […]».
L’on. Volontè scrive a proposito delle critiche al riconoscimento del
matrimonio omosessuale, approvato in via definitiva dal governo socialista francese,
da parte di ampi settori del popolo di Francia (cattolici e non cattolici).
In passato la persecuzione aveva una radice puramente etica
o religiosa e il malgoverno vessava il prossimo per il trionfo del vizio sulla
virtù: tu hai una mandria e io te la rubo, tu non sacrifichi a Cesare e io ti ammazzo,
tu hai un podere e io ti massacro di tasse e gabelle.
Oggi la vessazione del perseguitante sul perseguitato si
arricchisce di un elemento insolito e specifico dei regimi a fondazione
ideologica: il perseguitato deve dimostrare dinnanzi all’opinione pubblica di
essere moralmente dalla parte della ragione. Deve cioè dimostrare, come dice
Chesterton, che «due più due fa quattro»
e che «le foglie sono verdi in estate».
Io, Stato, t’impongo di pagare le tasse per la metà dei tuoi
guadagni. Oltre al danno che ti faccio, dimostrami che sbaglio. E via a
dimostrare l’ovvio e cioè che l’imposta al 50% non si chiama tassazione ma
usura. Io, Stato, liberalizzo l’aborto e il divorzio. Oltre al danno che ti
faccio, dimostrami che sbaglio. E via a dimostrare che la società occidentale
sta svanendo per infertilità fisica e razionale. Io, Stato, cambio il
significato delle parole e ridefinisco il matrimonio per legge. Qui, però, la
dimostrazione è più semplice, perché non siamo più nell’ambito etico, ma nella
logica elementare.
Insomma, credo non sbagli l’on. Luca Volontè a scrivere che
«siamo di fronte alla barbarie». E, anzi, specifica che «questa barbarie
moderna» - ovvero il «progresso» - è «semplicemente un ritorno ai giorni più
oscuri e decadenti dell’intera storia».
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