di Giuseppe Brienza
Secondo le stime delle forze dell’ordine stamattina a Roma
hanno partecipato oltre 30mila persone alla “III Marcia nazionale per la vita”
(www.marciaperlavita.it/), promossa dall’associazionismo pro-life italiano ed
internazionale che manifesta, come ha sottolineato il portavoce della Marcia,
il giornalista del “Foglio” e de “il Timone” Francesco Agnoli “per riaffermare
l’indisponibilità della vita umana innocente e lottare contro l’ingiusta legge
194”.
La Marcia è partita stamane alle 10.00 dal centro di Roma,
“davanti all’antico simbolo di martirio dei cristiani che è il Colosseo”, ha
affermato nel discorso d’apertura una delle promotrici della Marcia, la
responsabile dell’Associazione “Famiglia Domani” Virginia Coda Nunziante, “per
dire chiaramente il nostro NO all’aborto legalizzato”. I manifestanti hanno
quindi raggiunto Castel sant’Angelo e poi Piazza S. Pietro, guidati da numerosi
leaders dell’associazionismo cattolico ma non solo e, soprattutto, da
importanti rappresentanti della Chiesa come il Prefetto del Supremo Tribunale
della Segnatura Apostolica, card. Raymond Leo Burke.
Presenti alla manifestazione anche numerosi parlamentari,
tra cui Maurizio Sacconi, Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi.
Sempre nel suo discorso d’apertura Virginia Coda Nunziante ha ricordato come
“la lotta a favore della vita è anche a difesa dell’intera società, sottoposta
a un’enorme e spaventosa crisi valoriale”.
La Marcia come nelle altre edizioni è stata preceduta da una
giornata di studio tenutasi ieri, 11 maggio, presso l’Ateneo Pontificio “Regina
Apostolorum” di Roma, nel corso della quale sono stati anche assegnati
riconoscimenti a diversi esponenti del mondo pro life, come il fondatore e
direttore della rivista “Notizie Pro Vita” (http://www.prolifenews.it/) Toni
Brandi e la presidente della “March for Life” di Washington Jeanne Monahan. Fra
le relazioni di particolare interesse va menzionata quella di monsignor
Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste e direttore dell’Osservatorio
“cardinale Van Thuan”, che ha richiamato la necessità di collocare il tema
della difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, “pienamente
all’interno della Dottrina sociale della Chiesa, come del resto ha fatto il
Magistero a cominciare dall’enciclica Evangelium vitae”.
Così facendo, ha aggiunto infatti Crepaldi, si pone il
diritto alla vita “all’interno del rapporto della Chiesa con il mondo. Perché
in questo consiste il ruolo pubblico della fede cattolica”. Il tema della
difesa della vita, ha spiegato l’arcivescovo concludendo il suo intervento al
convegno di studio, ci dice anzitutto che “esiste una natura e, in particolare,
una natura umana. Non ci sono altre motivazioni valide per chiedere il rispetto
del diritto alla vita”.
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