di Francesco Agnoli
Nel recente
Sinodo dei vescovi, da poco concluso, il Card. Wuerl
Arcivescovo di Washington, ha dichiarato tra le altre cose: “la
situazione attuale affonda le sue radici proprio negli sconvolgimenti degli
anni ‘70 e ‘80, decenni in cui esisteva una catechesi veramente scarsa o
incompleta a tanti livelli di istruzione. Abbiamo affrontato l’ermeneutica
della discontinuità che ha permeato gran parte degli ambienti dei centri di
istruzione superiore e che ha avuto anche riflessi in aberrazioni nella pratica
della liturgia. Intere generazioni si sono dissociate dai sistemi di sostegno
che facilitavano la trasmissione della fede. È stato come se uno tsunami di
influenza secolare scardinasse tutto il paesaggio culturale, portando via con
sé indicatori sociali come il matrimonio, la famiglia, il concetto di bene
comune e la distinzione fra bene e male. In un modo tragico poi, i peccati di
pochi hanno incoraggiato una sfiducia in alcune delle strutture insite alla
Chiesa stessa. (cf Instrumentum laboris
n. 69, n. 95, n. 104). La secolarizzazione ha modellato due generazioni di
Cattolici che non conoscono le preghiere fondamentali della Chiesa. Molti non
percepiscono il valore della partecipazione alla Messa, non ricevono il
sacramento della penitenza e spesso hanno perso il senso del mistero o del
trascendente come se avesse un significato reale e verificabile”. Quella di
Wuerl è stata certamente una delle prese di posizione più energiche, che non
può essere elevata a cifra del Sinodo, ma che comunque mi sembra dimostrare un
fatto: il tempo dei trionfalismi e degli ottimismi a buon prezzo volge al
termine. Quantomeno perché mancano i numeri (nelle chiese e nei seminari). E
perché, come ha detto appunto Wuerl, la Chiesa sembra oggi divisa più che mai.
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4 commenti:
Ma no iscriviti pure. Non sei affatto sgradito.
Per assoluta mancanza di tempo, mi limito a postare: non riesco più a stare dietro al discorso delle iscrizioni.
Buon anno anche a te.
Ma che discorsi sono? Lite tra bottegai? Se tu compri da me allora io,compro da te e se no, no. Non riesco a capire questi ragionamenti e comportamenti infantili.
Qua non ci sono bottegai… tutt’al più giornalai.
A Se’ te possino…
A proposito di concilio,ho letto un bell'articolo su una rivista cattolica francese che parla positivamente del concilio ma senza i toni retorici e tromboneschi, e immotivati, se si guarda alla realtà che ci circonda. Un articolo su ciò che il concilio avrebbe potuto dare e forse potrebbe dare se non ci fossero opposti estremismi a renderlo inefficace. Un progetto non realizzato o forse fallito? Il che sarebbe positivo o no? Insomma, da discutere e riflettere. Parlo come oppositore dello "spirito del concilio" ma non posso dimenticare i momenti che ho vissuto attorno al 1963-65 in cui le novità erano solo lievito e non chiassose fumisterie. Novità sobre,meditate, e poche. Se vi interessa: http://www.lavie.fr/sso/blogs/post.php?id_blog=4552&id_post=2275
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