di Silvio Brachetta
San Giovanni Evangelista e san Paolo Apostolo, forse più di
altri autori sacri, hanno evidenziato il «valore permanente di tutto l’impianto
salvifico, che Dio ha introdotto nella storia attraverso i Giudei». San
Giovanni riporta le parole di Gesù alla Samaritana e afferma che «la salvezza viene dai Giudei» (Gv 4, 22), nel
senso che Gesù Cristo è giudeo e «Re dei Giudei» (Gv 19, 19), ma anche nel
senso che vi è una «radice santa», della quale parla san Paolo in Rm 11, 16.
L’Apostolo delle genti specifica che la santa radice appartiene all’albero
d’Israele e che i cristiani non ebrei - a differenza degli stessi Apostoli e
della beata Vergine Maria - sono innestati alla sacra pianta dell’ulivo
(Israele) come rami di «oleandro», cioè come rami di un’altra pianta, anziché
come rami d’ulivo (cf Rm 11, 17). Per
tale verità san Paolo afferma che «Dio non ha ripudiato il suo popolo [gli
ebrei, ndr], che egli ha scelto fin
da principio». «I doni e la chiamata di Dio»,
aggiunge infatti l’Apostolo, «sono irrevocabili»
(Rm 11, 29). [leggi tutto]
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