La nuova traduzione
delle parole della consacrazione voluta dal papa sta per arrivare anche in
Italia. Ma già sono state annunciate proteste e disobbedienze
di Sandro Magister
Mentre si avvicina alla conclusione la
"recognitio" vaticana della nuova versione italiana del messale romano,
la disputa sulla traduzione del "pro multis" nella formula della
consacrazione eucaristica ha registrato nuove battute.
L'ultima ha per autore il teologo e vescovo Bruno Forte.
In un articolo su "Avvenire" del 19 gennaio 2013
Forte si è di nuovo schierato con decisione per tradurre "pro multis"
con "per molti", invece che con "per tutti" come si fa da
più di quarant'anni in Italia e come analogamente si è fatto in molti altri
paesi.
"Per molti" è la traduzione che lo stesso Benedetto
XVI esige che venga adottata nelle varie lingue, come ha spiegato in una
lettera ai vescovi tedeschi dell'aprile dl 2012.
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1 commento:
Quando facevo il chierichetto,negli anni '50, quelle parole le sapevo a memoria e le ripetevo silenziosamente quando le diceva il,prete durante la consacrazione, ..qui pro vobis et pro multis effundetur.. e i multis io,bambino,me li immaginavo quelli che non sarebbero finiti all'inferno ma che avrebbero seguito le vie del Signore,da bravi cristiani,come anch'io mi ritenevo. Però mi dicevo che Gesù era venuto per tutti anche per quelli che poi invece lo avrebbero abbandonato o combattuto. Effundetur per tutti, multi avrebbero detto di sì, e pauci avrebbero detto di no. Non sarebbe stato più chiaro dire "per totis " o per cunctis? Insomma accettavo le parole come tradizione preziosa da continuare e conservare ma mi è sempre parsa appunto un po' ambigua, poco chiara. Sono rimasto ancora a quel livello di 8 anni e confesso che ci capisco ancor meno adesso. Non sono d'accordo su niente con i cristiani adulti che ci sono in giro di questi tempi ma con dispetto e raccapriccio devo ammettere che sono più chiari quelli del " per voi e per tutti". Grammaticalmente,logicamente e teologicamente (scusate la parolaccia)
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