Giorgio Gaber |
di Rino Cammilleri
A dieci anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber(scik: nome
completo) c’è la consueta rimembranza di un uomo di spettacolo che fu famoso e
or non c’è più. Succede a tutti, specialmente ai cantanti. Serve anche a far
vendere qualche cofanetto con i loro successi, l’opera omnia in confezione
lusso, i libri di biografie, il tutto a giustissimo vantaggio degli eredi. I
giornali dedicano qualche pagina, le tivù qualche intervista e/o un collage di
spezzoni. Poi, si attende il ventennale. Valendo sempre la regola del parce
sepultis, cioè che dei defunti se non si può parlar bene almeno si taccia, si
rischia però che quelli che non c’erano perché nati dopo vedano solo
l’oleografia e non la storia. E non sappiano mai che il celebrato, ai suoi
tempi, non era un fascio di luci a tutto tondo, ma aveva –come tutte le cose
umane- qualche nuance. E dire, tuttavia, che la sua uscita sul Vaticano
(musicale, come al solito: «…vorrei che tutti i Vaticani sprofondassero…») fu
una delle sue ultime, suscitò qualche polemica ma fu, proprio per questo,
ospitata in prima serata da Celentano in uno dei suoi show. [leggi tutto]
© Antidoti
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