di Riccardo Cascioli
«Secondo una concezione ormai
diffusa, l’impegno per la pace si riduce alla ricerca di compromessi che
garantiscano la convivenza fra i Popoli, o fra i cittadini all’interno di una
Nazione», ma «quando si cessa di riferirsi a una verità oggettiva e trascendente,
come è possibile realizzare un autentico dialogo? In tal caso come si può
evitare che la violenza, dichiarata o nascosta, diventi la regola ultima dei
rapporti umani? In realtà, senza un’apertura trascendente, l’uomo cade facile
preda del relativismo e gli riesce poi difficile agire secondo giustizia e
impegnarsi per la pace».
Queste parole pronunciate da Benedetto XVI al Corpo
Diplomatico accreditato presso la Santa Sede,
giudicano con chiarezza non solo quanto avviene a livello internazionale, ma
anche ciò che sta avvenendo nel nostro paese in vista delle elezioni del
prossimo 24 febbraio. Soprattutto ci aiutano a giudicare le polemiche tra
politici cattolici dei diversi schieramenti sui princìpi non negoziabili.
L’«agenda
Ratzinger» è chiara: data la premessa di cui sopra, la pace e il bene comune passano dalla «tutela dell’uomo e dei
suoi diritti fondamentali». Ed ecco dunque i punti programmatici che ne
scaturiscono: difesa della vita, famiglia, educazione e libertà religiosa.
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© La Nuova Bussola Quotidiana
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