di Giovanni Fighera
Se chiediamo ai ragazzi se abbiano sentito nominare le
storie di Lancillotto e Ginevra o la storia del Sacro Graal, molto
probabilmente risponderanno di sì. Se, però, chiederemo loro se abbiano
studiato lo scrittore francese Chrétien de Troyes (1135-1190 ca), se abbiano
letto almeno qualche riga dal Lancillotto
o il cavaliere della carretta o dal Perceval, dall’Erec et Enide o dall’Yvain,
quasi sicuramente la loro risposta sarà negativa. Raramente gli insegnanti di
Letteratura italiana dedicano qualche ora di lezione a questo autore.
E pensare che Chrétien de
Troyes è uno degli scrittori più importanti del Medioevo, forse il più grande
prima dell’avvento di Dante. Come si può capire il racconto di Francesca nel
canto V dell’Inferno senza conoscere la storia di Lancillotto e Ginevra cui lei
si riferisce esplicitamente (circolavano all’epoca di Dante versioni della
storia anche redatte da altri autori): «Noi leggiavamo un giorno per diletto/
di Lancialotto come amor lo strinse;/ soli eravamo e sanza alcun sospetto./[…]
ma solo un punto fu quel che ci vinse./ Quando leggemmo il disiato riso/ esser
basciato da cotanto amante,/ questi, che mai da me non fia diviso,/ la bocca mi
basciò tutto tremante./ Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse»? [leggi
tutto]
© La Nuova Bussola Quotidiana
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