venerdì 4 gennaio 2013

La “vita inutile” di Luigi Tenco



di Fabio Trevisan

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io tu e le rose” in finale e ad una commissione che seleziona “La rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.

Certamente l’atto estremo che Luigi Tenco compì il 27 gennaio 1967 a Sanremo, suicidandosi con un colpo di pistola alla tempia all’interno dell’Hotel Savoy, non era rivolto contro Orietta Berti e Gianni Pettinati, interpreti delle canzoni citate nel messaggio finale. Va ricercato all’interno di una visione del mondo che ha perduto la dimensione trascendente, la centralità di Dio nella vita dell’uomo. Il mondo, senza Dio, non è capace di rispondere alle legittime aspirazioni umane ed al desiderio di felicità del cuore dell’uomo. [leggi tutto]

© Vita Nuova

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