di J.R.R. Tolkien
Nella nostra cultura occidentale la tradizione cavalleresca
è ancora forte, benché, come prodotto della cristianità (e tuttavia tutta
un’altra cosa dall’etica cristiana) i tempi le siano ostili. Idealizza l’amore -
e può essere una cosa positiva, perché comprende molto più che il piacere
fisico e prescrive se non proprio la purezza, almeno la fedeltà, e quindi la
negazione di sé, il «servizio», la cortesia, l’onore e il coraggio.
Il
suo punto debole è, naturalmente, la sua origine di divertimento artificiale
praticato nelle corti, un modo di godere dell’amore in sé stesso, senza nessun
riferimento (anzi negandone la validità) al matrimonio. Il suo centro non era
Dio, ma divinità artificiose, l’Amore e la Dama. Tende tuttora a fare della
Dama una specie di faro-guida o di divinità: un assioma ormai passato di moda.
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Da una lettera di John
R. R. Tolkien al figlio Michael (6-8 marzo 1941)
© Il blog di Costanza Miriano
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